Paestum è uno dei più importanti siti archeologici del nostro Paese, riconosciuta insieme al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano come Patrimonio dell’Unesco. La sua fondazione risale intorno al VII sec. a. C. ad opera dei Greci, che le diedero il nome di Poseidonia in onore a Poseidone, dio del mare, pur essendo fortemente votata al culto di Era e Atena. Dal 400 circa al 273 fu occupata dai Lucani, per poi essere colonizzata dai romani che le diedero il nome di Paestum. Il complesso monumentale del sito archeologico, costituito da tre maestosi templi in stile dorico, è una delle più grandi testimonianze dell’architettura magno-greca: il Tempio di Hera conosciuto anche con il nome di Basilica, risalente al VI secolo a.C., è il più antico dei tre luoghi di culto. Il tempio di Nettuno, costruito nel V sec. a.C., elegante e raffinato nella sua architettura, è in realtà dedicato a Era ed è il più grande dei tre templi; il tempio di Atena, dea della sapienza, noto anche come Tempio di Cerere a causa di un errore, risalente al VI sec. a.C., in epoca medievale fu trasformato in chiesa e custodisce tre tombe cristiane. Il valore artistico e culturale di questo sito è rafforzato dal perfetto stato di conservazione dei suoi beni, a partire dalle cinte murarie costruite dai Greci e rinforzate in un secondo momento dai Lucani e dai Romani. Numerosi sono i manufatti e gli altri oggetti di epoca greca e lucana ritrovati nei pressi del sito e ora conservati nel Museo Archeologico Nazionale. Un’importante componente del museo è costituita dai dipinti scoperti nella Tomba del Tuffatore (480-70 a.C.), unica traccia della pittura greca dell’epoca. Uno dei dipinti simbolo da cui deriva il nome della tomba mostra un uomo nell’atto di lanciarsi tra le onde, metafora questa del passaggio dalla vita alla morte.